KIDZANIA, microcittà per bambini (Parco educativo o marketing estremo?)

pubblicato da Giovanna D'Arbitrio il giorno 6 Novembre 2014


Nel 1999 Xavier Lopez Ancona  realizzò a Santa Fe un particolare parco per bambini, alquanto diverso da quelli tradizionali. Nei parchi Kidzania in effetti non ci sono giostre, né divertimenti di vario genere, ma aree ben organizzate in cui i bambini possono lavorare imitando gli adulti e sperimentando diversi mestieri e professioni.

In essi ragazzi dai 5 ai 16 anni possono guadagnare uno stipendio in “Kidzos” (moneta locale) che aumenta in base all’impegno e al merito e incassare assegni da versare su una sorta di conto corrente.

I Kidzania sono in costante aumento nel mondo e si calcola che nel  2015 saranno circa una ventina:  dopo Bombay, Tokyo, Cairo, Istanbul, Lisbona e Seoul e altre città,  anche Londra ne avrà uno l’anno prossimo.

Joel Cadbury  sarà il futuro presidente del Kidzania londinese che sorgerà nella parte ovest della città, all’interno dell’immenso centro commerciale Westfield. Joel sta contattando numerosi sponsor tra i quali, a quanto pare, già sono presenti  McDonald’s, Epson, Sony, DHL, Walmart e Mitsubishi che hanno accettato subito con entusiasmo. Anche a Londra, dunque,  la formula sarà la stessa degli altri parchi sparsi per il mondo:  è il trionfo dei marchi, in bella mostra nei  settori dei vari mestieri e professioni.

Bambini e ragazzi, accompagnati dal personale,  sono muniti di un microchip che consente di localizzarli in qualsiasi momento durante le quattro  ore di permanenza nel parco. I genitori potranno  aspettarli nel  “Parents’ Clubhouse”, oppure fare shopping negli adiacenti  centri commerciali.

I prezzi dei biglietti non sono alti e il tutto viene a costare meno di una babysitter a ore.  All’ entrata del parco colpiscono slogan come, “preparatevi a un mondo migliore”, oppure “che la tua giornata sia produttiva”.

Malgrado le buone intenzioni dei sostenitori di tale iniziativa, il successo dei Kidzania  appare a molti genitori ed educatori piuttosto inquietante, per la presenza dei numerosi marchi e all’influsso di una pubblicità martellante che già condiziona le menti dei giovani  in ogni momento della loro giornata.