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“Vai alla mappa google del Tratturo” Il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela lungo il suo tracciato di 211 Km attraversa 4 Regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia), 6 Province (L’Aquila, Isernia, Campobasso, Benevento, Avellino, Foggia) e 39 Comuni. I 5 Sistemi Turistici Locali di ViaTratturo sono rappresentati da aree territoriali omogenee attraversate dal Pescasseroli-Candela. Area 1 – Abruzzo (AQ) Via Tratturo organizza e promuove il turismo su tutto il percorso del Tratturo Pescasseroli-Candela, organizzando offerte e pacchetti differenziati per ognuna delle aree individuate. Nel corso dei secoli il Tratturo ha subito cambiamenti e adattamenti continui, spesso per necessità legate allo sviluppo (razionale e non) delle infrastrutture che sono state via via create sul tracciato. In alcuni casi, dunque, non è facile ricostruire il percorso originario. Tuttavia è possibile conoscere, direttamente dai pastori che hanno fatto negli anni sessanta, per l’ultima volta, la transumanza a piedi, il percorso da loro utilizzato Area 1 – Abruzzo – 34 Km
Da Pescasseroli (Campomizzo) In sintesi Comuni interessati: Pescasseroli, Opi, Civitella Alfedena, Villetta Barrea, Barrea, Alfedena Cosa fare: passeggiate a contatto con la natura lungo il percorso del Tratturo, attraverso i luoghi del Parco Nazionale e in riva al lago di Barrea. Degustazioni presso laboratori artigianali di formaggi e miele. Visite archeologiche guidate. Visite ai musei del Tratturo e della Transumanza. Possibilità di passeggiate in groppa d’asino. Cosa Vedere:
Villetta Barrea: Il Museo della Transumanza Clicca qui per le offerte turistiche Il tratturo Pescasseroli-Candela inizia a Pescasseroli in località Campomizzo, non lontano dalla sorgente del fiume Sangro, dove si ritiene che nell’antichità ci fosse un tempio, così come alle sorgenti di ogni fiume dell’area italica interessata dalla transumanza. I pastori provenienti dalle valli limitrofe scendevano verso Pescasseroli unendo le loro greggi a quelle provenienti da altre località montane per compiere insieme la transumanza verso il Tavoliere pugliese. Fino al momento della costruzione della strada Marsicana, avvenuta negli ultimi anni del XVIII secolo, il tratturo doveva percorrere l’attuale tracciato della strada asfaltata. Successivamente, il Tratturo Regio si è tenuto a ridosso di tale strada. Dalla Camosciara a Civitella Alfedena il Regio Tratturo è stato recentemente ripristinato dal Comune di Civitella e, quindi, è ben segnalato, e fornito di cartellonistica informativa. Di tanto in tanto, soprattutto quando la vegetazione non è rigogliosa e non copre i manufatti, è possibile vedere ruderi di capanne contadine o di costruzioni pastorali, che tuttavia restano di difficile interpretazione. Entrando a Civitella Alfedena, proprio accanto ad un fontanile, il Comune ha ristrutturato un vecchio fabbricato, istallando un piccolo Museo del Tratturo con pannellistica che illustra la storia della transumanza e che presto avrà una specifica sezione per i bambini. I muretti a secco terminano per far posto all’abitato in prossimità di un obelisco davanti a cui i pastori che iniziavano il cammino, partendo da Civitella, si facevano il segno della croce. Dopo l’attraversamento del paese, i pastori scendevano in prossimità dell’attuale lago (costruito nel 1951) e costeggiando il Sangro proseguivano verso Barrea. E’possibile inoltre scendere a Villetta Barrea e visitare il Museo della Transumanza, primo museo nato in Italia sul tema della transumanza che, oltre a conservare l’oggettistica legata alla pastorizia, promuove numerose iniziative per valorizzare la civiltà della transumanza: trekking sui tratturi, visite ai pastori, laboratori didattici del gusto e del paesaggio della transumanza, spettacoli tematici sui tratturi, feste della transumanza. Il tratto del Regio Tratturo in partenza da Civitella Alfedena verso Barrea, prima della nascita del lago artificiale (1951) seguiva la sponda destra del Sangro, area oggi sommersa dalle acque del lago. Con la presenza del lago il paesaggio è molto cambiato: al posto del lago c’era una distesa di prati, in parte coltivati e in parte lasciati a pascolo, sulle due sponde del Sangro, e, sotto Barrea, una gola sormontata da un ponte romano, oggi distrutto Non a caso, nei pressi dell’incrocio fra il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela e il tratturo Castel di Sangro-Lucera i pastori, prima di lasciare la “propria” terra potevano apprezzare un’iscrizione, oggi conservata presso il Museo archeologico di Castel di Sangro: “ Negotio paraveris otium” Con la (tua) attività faticosa preparerai la tua vacanza/tempo libero/ozio! Area 2 – Molise – 64 Km In sintesi Comuni interessati:
Cosa fare: Clicca qui per le offerte turistiche (link interno che rimanda alle offerte turistiche Molise) Il Molise nasce come Regione nel 1963, quando si distacca dall’Abruzzo. Il suo territorio è prevalentemente montuoso e formato da calcare e marmo, dando luogo a fenomeni carsici come doline e grotte. A nord-est possiede un piccolo sbocco sul Mar Adriatico, mentre la restante parte del territorio è in prevalenza collinare. Cosa vedere:
Saepinum sorge nella zona archeologica di Altilia, attraversata dall’antico Tratturo Pescasseroli-Candela. È possibile ammirare i resti dell’abitato romano, come il foro, la basilica, Porta Bojano, le terme, il teatro, il Cardo e il Decumano, le mura, le maestose porte d’accesso. Per approfondimenti su Altilia
L’Oasi Naturale di Guardiaregia-Campochiaro, istituita nel 1997 ed ampliata nel 2000, è ubicata interamente nel territorio dei comuni di Guardiaregia e Campochiaro, in provincia di Campobasso, sul Matese orientale, localizzata quasi sul limite meridionale del versante molisano del massiccio montuoso. Per approfondimenti
Bovianum, la capitale dei Sanniti Pentri è riconoscibile oggi in Bojano. Fu fondata intorno al IV secolo a.c. nei pressi del tratturo Pescasseroli-Candela, ai piedi del Matese ed in prossimità delle sorgenti del fiume Biferno. Espedienti idonei a garantirne lo sviluppo che fu frenato, però, dalle numerose incursioni che dovette subire dalle legioni romane nel corso delle guerre sannitiche. Successivamente, con la “romanizzazione” del Sannio, il centro divenne “municipum” e quindi polo di riferimento per una vasta area sviluppata intorno alla valle del Biferno. La fondazione di Bojano è legata, secondo la leggenda, alle Primavere Sacre (“Ver Sacrum”) dei Sanniti. Il popolo italico annoverava tra i suoi usi e costumi la tradizione di consacrare a Marte i bimbi nati nella Primavera sacra. Costoro una volta cresciuti erano guidati da un bue, animale sacro al popolo, alla ricerca di nuovi territori da popolare. Il bue si fermò proprio nella fertile pianura dove ora sorge Bojano che fu denominata in questo modo proprio in riferimento al bue.
Le origini di Civita Superiore vanno ricercate in tempi lontani. Come testimoniano i ritrovamenti di monete, di ceramiche a vernice nera e di alcuni frammenti di tegole, infatti, Civita costituiva il centro fortificato di un insediamento sannita di una certa importanza. Per approfondimenti sulla Civita di Boiano
Lungo il tratturo Pescasseroli-Candela vi sono delle strutture accessorie per il riposo o per la lavorazione dei prodotti, vale a dire strutture complementari alla transumanza, tra cui taverne e chiese tratturali, e i “riposi laterali”. Tra questi vi sono il riposo di S. Margherita e quello di Casanicola o Bottone. Si tratta di grandi appezzamenti di terreno pascolivo, dove le greggi potevano stazionare durante lo spostamento itinerante. Erano aree di sosta temporanea predisposte lungo il tragitto, che funzionavano anche da posti di controllo e di blocco delle greggi per la conta dei capi e la riscossione della fida.
Il Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso si trova ai piedi del Monte Patalecchia. La slanciata struttura neogotica e il bianco delle pietre fanno emergere la chiesa dal verde dei boschi circostanti e catturano lo sguardo dei visitatori. L’edificio è stato costruito vicino al luogo dell’apparizione della Madonna nel 1888, raggiungibile attraverso il sentiero della Via Matris, che risale la montagna.
Ad Isernia, su una collinetta che nasce sulle sponde del torrente Carpino, s’erge una chiesa intitolata ai martiri Cosma e Damiano, che la tradizione cristiana ricorda come i Santi Medici. L’eremo ha una storia antica. Qualcuno dice che esisteva tremila anni or sono, che fosse famoso già ai tempi dei Sanniti e che vi si venerava un dio spensierato ed allegro: Priapo. E’ noto, infatti, che fino al sorgere del XIX secolo, a Isernia, il culto per i Santi Medici era mescolato al culto spontaneo che la gente del luogo nutriva per una divinità rappresentante l’organo generatore maschile. Tale fede era così forte che, a dir del popolo, numerose grazie s’ottenevano presso l’eremo.
Su un promontorio tra due fiumi, Isernia è una città molto antica e ricca di testimonianze storico-artistiche. Su tutte l’importantissima area archeologica “La Pineta”: un insediamento preistorico tra i più antichi d’Europa. Molte anche le testimonianze di epoca romana conservate presso il Museo Archeologico di Santa Maria delle Monache e affascinanti le rovine di un tempio pagano sulle quali è stata costruita l’attuale Cattedrale dedicata a San Pietro Apostolo. Per approfondimenti
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