La storia si ripete e Benevento torna a porgere l’altra guancia senza ricevere in cambio nemmeno una pacca sulla spalla. Da dieci anni il Sannio dà solidarietà in fatto di rifiuti a buona parte della regione Campania e in particolare al Napoletano e al suo hinterland. Ma in cambio non si riesce ad ottenere nemmeno un piccolo impianto di compostaggio. Ed è colpa grave se si pensa che a Benevento viene destinata sempre la parte di rifiuto indifferenziata, mentre ciò che produce anche un minimo di reddito – pensiamo alle ecoballe di Casalduni che vengono mandate ad Acerra dove si produce energia – ritorna a Napoli. Come a dire: a Benevento solo lo scarto. Una situazione che va avanti così da anni nonostante i continui appelli per mettere fine alla solidarietà incondizionata che governa il meccanismo. Ed è proprio di ieri l’ennesimo schiaffo al Sannio: Napoli, dopo aver portato a Casalduni per ben tre settimane 300 tonnellate giornaliere di rifiuti indifferenziati, ha ricevuto il rinnovo della solidarietà: una nuova disposizione che autorizza Napoli e il suo hinterland a scaricare 320 tonnellate giornaliere di rifiuto indifferenziato, il tutto per tempo illimitato o meglio, come recita il dispositivo, “fino a diversa disposizione”. Una situazione che se analizzata insieme ad un tecnico lascia ancora più amaro in bocca.