Salviamo Sakineh

pubblicato da O.V. il giorno 30 Settembre 2010


Settembre 30, 2010

Sakineh fu condannata per la prima volta il 15 maggio 2006, da un tribunale di Tabriz, per il reato di “relazione illecita” con due uomini in seguito alla morte del marito. Fu condannata a ricevere 99 frustate, e la condanna venne eseguita. In seguito, nel settembre 2006 ricevette una nuova condanna quando un tribunale penale accusò uno dei due uomini per il coinvolgimento della morte del marito di Mohammadi Ashtiani. Per questo venne condannata per adulterio mentre ancora sposata, e condannata a morte per lapidazione.

Il Presidente iraniano Ahmadinejad ha negato che Sakineh fosse stata condannata alla lapidazione, certo… perché la pena è stata convertita nell’impiccagione! Mentre Sakineh attende che le infilano il cappio al collo, la sorte dei suoi figli e quella del suo avvocato insieme a due giornalisti è incerta, tenuti in una delle tante segrete perché ritenuti troppo scomodi. Ora più che mai bisogna tenere alta l’attenzione! Speriamo che il governo italiano agisca con determinazione e subito sul piano politico e diplomatico per la salvaguardia dei diritti e delle libertà fondamentali. “Speriamo che non abbia già scaricato Sakineh”