Si è svolto presso la sede della Camera di Commercio di Benevento un incontro con le imprese della provincia e con le associazioni di categoria per presentare le attività di internazionalizzazione tese a consolidare all’estero la presenza di aziende del dolciario, del conserviero, di trasformazione del primario e del settore vino e liquori del Sannio beneventano. Lo ha comunicato in una nota l’ufficio stampa dell’Ente camerale di Benevento. All’incontro, presieduto da Gennaro Masiello, presidente della Camera di Commercio, hanno preso parte rappresentanti dell’Istituto Tagliacarne e due esperti dei settori interessati, Giorgio Oddi, enologo ed Ernesto Carrega, tecnologo alimentare. Alle imprese presenti che hanno inteso prendere parte all’iniziativa è stata consegnata una scheda tecnica che, opportunamente compilata, sarà utilizzata per presentare le aziende stesse ai buyer. All’evento farà seguito, infatti, un incontro delle imprese con i buyer e i compratori dei Paesi individuati. Sarà possibile prevedere visite in azienda. Con il supporto delle associazioni presenti, l’iniziativa – a cui è ancora possibile aderire – sarà ulteriormente promossa nei prossimi giorni presso le imprese del territorio. Per qualsiasi informazione al riguardo è possibile fare riferimento alla Camera di Commercio di Benevento, contattando l’Ufficio Promozione. “L’iniziativa – ha detto Masiello -, volta a promuovere attività di internazionalizzazione per consolidare all’estero la presenza di aziende del settore agroalimentare, con particolare riferimento alle produzioni tipiche della provincia, s’inserisce nell’ambito del programma integrato di iniziative di promozione, animazione territoriale, informazione e ricerca che la Camera di Commercio di Benevento realizza per supportare lo sviluppo e il consolidamento competitivo delle imprese sannite. Il legame del prodotto tipico con un determinato territorio e la sua storia lo collocano, infatti, in un sistema di valori che mettono in rilievo altre caratteristiche quali l’intensità del rapporto con la natura, la stretta dipendenza da pratiche produttive che non lasciano spazio a ‘trattamenti artificiali’, la capacità di mobilitare le risorse della tradizione, l’inserimento nel ricco patrimonio gastronomico e, più in generale, culturale di una regione”.