Latte Nobile un nuovo modello di sviluppo per la montagna ed una opportunità per i consumatori

pubblicato da Redazione il giorno 11 Gennaio 2012


Gennaio 11, 2012

 

16 Gennaio 2012 ore 10.30
Sala Conferenze Camera Commercio Piazza 4 Novembre,1 Benevento
In Europa sono centinaia i prodotti a marchio DOP. Tutti, più o meno, si contraddistinguono per una specificità e una qualità, derivante dal forte legame con il territorio. L’unico prodotto escluso da questa lista è il latte, l’alimento base della dieta giornaliera. Perché? Non ha forse un legame con il territorio? La qualità è simile in tutto il mondo, come il petrolio ed il mais? E’ vero che ormai, sul mercato mondiale, il latte è considerato e scambiato come una commodity, ma sappiamo anche che il legame con il territorio esiste, non foss’altro perché l’Italia non è una sconfinata pianura e perché i sistemi di allevamento, per fortuna, sono ancora diversi da zona a zona. Di qui la proposta di una latte diverso, fortemente legato al territorio e prodotto in base ad un rigoroso disciplinare: il LATTE NOBILE. Questo nuovo modello di sviluppo nasce sulle colline dell’Alto Sannio e, in questa giornata, vogliamo offrire i primi risultati di una ricerca che vede coinvolti tutti i protagonisti della filiera: gli allevatori, l’imbottigliatore, i consumatori.
Obiettivo finale è quello di offrire alle aree interne ed alla montagna un modello di sviluppo sostenibile e trasferibile.
Programma
Gennarino Masiello Presidente Camera Commercio
Francesco Massaro Coordinatore Area Assessorato Agricoltura Regione Campania
Mariella Passari Dirigente Sirca
Roberto Rubino: La diversità come risorsa Stefania Laterra: la qualità nutrizionale del Latte Nobile
Nino Pascale: il Latte Nobile: primo presidio Slow Food
Gioacchino Maione: la scelta del Mercato
Giuseppina Bozzuto: le aspettative degli Allevatori
Mario Salzarulo: anche l’Alta Irpinia Vuole Produrre Latte Nobile
Giovanni Spampanato: in Sicilia qualcuno ci crede
Il Progetto LATTE NOBILE:

A differenza di quanto accade per gli altri alimenti, il consumatore è portato, in genere, a considerare il latte come un prodotto ormai standardizzato, anche se così non è. Se si andasse a vedere stalla per stalla si scoprirebbe, in effetti, che da ognuna di esse nasce un latte a sé, con il proprio gusto e la propria identità, derivanti da precise condizioni e scelte zootecniche, agronomiche e imprenditoriali.Partendo da queste premesse, un gruppo di piccoli allevatori delle Colline dell’Alto Sannio , con una media di appena quindici capi in lattazione ciascuno ed ampie superfici agricole destinate ad erba e fieno, ha di recente deciso di svincolarsi dal progressivo deprezzamento del latte (che di questi tempi è pagato tra gli 0,40 e gli 0,30 Euro al litro) avviando la commercializzazione del proprio prodotto con il marchio “Latte Nobile dell’Appennino Campano”.
A credere in questo progetto, e a sostenerlo fortemente, sono stati l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania e l’ANFoSC (Associazione Nazionale Formaggi sotto il Cielo) di Potenza, che ha fornito la consulenza tecnica. Grazie al supporto di queste due realtà, gli allevatori si sono riuniti nell’Associazione Latte Nobile dell’Appennino Campano, «nata», ci tengono a precisare gli interessati, «per offrire il giusto merito a un prodotto che non teme confronti in quanto a valori nutrizionali, salubrità e gusto».
Come per i migliori vini o per i più celebrati prodotti tipici, anche per il latte si può parlare quindi di terreni vocati (alla produzione di foraggi e al pascolo), di vera e propria cultura (zootecnica e lattiera) locale, e di eccellenza, laddove tutte le componenti del “prodotto latte” si esprimono ai massimi livelli, dall’alimentazione delle bovine, totalmente del territorio (un territorio ancora integro) alla ricchezza minerale del suolo, a una zootecnia d’altri tempi, basata sul rispetto per l’animale e sulle “basse rese”. 

UN LATTE “RIVOLUZIONARIO”
Ne scaturisce un prodotto caratterizzato dalla naturale e rilevante presenza di acidi grassi “buoni” Omega- 3 e CLA (acido linoleico coniugato) e di antiossidanti, beta- carotene e vitamina E, in proporzioni ben superiori a quelle di un latte comune, e che, non essendo “aggiunti” a posteriori, hanno un’efficacia massima sulla salute del consumatore, senza tra l’altro comportare costi aggiuntivi. A questi straordinari requisiti, è ovvio si aggiungono tutti quei fattori

imprescindibili certo che l’industria ci ha insegnato ad apprezzare ma che non sono gli unici a dover essere tenuti in considerazione: dall’igiene in stalla e nel confezionamento, alla logistica distributiva, al valore proteico, alla percentuale di grassi presenti nel prodotto.www.lattenobile.it