Migranti ce ne sono stati sempre in tutte le epoche, costretti a lasciare la propria terra, con la speranza di poter sopravvivere. Gli italiani ne sanno qualcosa!
Ci vengono in mente i versi dell’ebrea Emma Lazarus incisi sulla base della grande Statua della Libertà che accoglieva migranti e rifugiati politici nel porto di New York: l’emblema del “sogno americano”. La significativa poesia, The New Colossus (chiaro riferimento al Colosso di Rodi) dava il benvenuto a tutte le persone che arrivavano là con la speranza di migliori condizioni di vita.
Tenetevi le vostre antiche terre, la vostra celebrata fastosità – ella grida con labbra silenti.
Datemi le vostre stanche, povere masse affollate, bramose di vivere libere,
I miserabili rifiuti della vostra brulicante costa.
Mandatemi questi, i senza casa, tempesta scagliata contro di me.
Io innalzo la mia fiaccola accanto alla porta d’oro.
(The New Colossus, Emma Lazarus)
I ricordi mi riportano ai lontani anni ‘50 in cui da bambina vidi nel porto di Napoli navi cariche di emigranti tra i quali c’erano anche zia Nicoletta e i suoi figli, i nostri parenti poveri. Per loro un giorno mia madre, che aveva una bella voce da soprano, incise su un disco la nostalgica canzone “Santa Lucia ” e la inviò a loro, a New York. Ogni tanto i parenti “americani” venivano a trovarci e raccontavano storie meravigliose su “The Big Apple”, la favolosa città nella quale avevano realizzato i loro sogni: un buon lavoro, una bella casa e una vita dignitosa.
Ed ora sono le nostre coste che accolgono i migranti africani, ma malgrado i buoni sentimenti e l’ineguagliabile umanità e sensibilità dei meridionali italiani, è chiaro che la situazione sta diventando sempre più drammatica per l’imponenza stessa dei flussi migratori. L’Africa è un continente, non un piccolo paese! E’ impossibile che l’Italia da sola possa far fronte alla situazione.
Arrivano ormai a migliaia ogni giorni sulle nostre coste, stremati da guerre, violenze e fame, con la speranza di raggiungere paesi europei in cui molti hanno parenti: parlano inglese e francese, retaggio di passati colonialismi e neocolonialismi sempre attuali: vengono respinti proprio da quei paesi europei che ebbero il maggior numero di colonie in Africa. E tuttavia non sono i soli responsabili, poiché tutte le Potenze mondiali, inclusi USA, Russia e ora anche la Cina, hanno i loro interessi in questo ricco e vasto continente
Sarebbe ora che UE e ONU, in interventi congiunti e coordinati, arrivassero a soluzioni condivise a livello mondiale. Sarebbe anche ora che in tali organismi internazionali per situazioni drammatiche e urgenti si abolisse il principio “dell’unanimità” nel prendere decisioni, meccanismo che spesso blocca interventi necessari, sostituendolo con una più celere votazione con risultati raggiunti “a maggioranza”.
E’ chiaro che il mondo si troverà sempre più coinvolto in immani tragedie collettive, se non ci sarà una svolta epocale capace di crear vivibilità nei paesi africani. E’ urgente adottare strategie politico-economiche internazionali che favoriscano democrazia, pace e stabilità.
Ci auguriamo che l’ONU possa stimolare un positivo “risveglio” di coscienze non solo in Europa, ma in tutte le Potenze mondiali.