Leopoldo Parente, cittadino di Arpaise che ha perso la casa e il lavoro in seguito alla frana dello scorso dicembre è salito sul tetto dell’ex scuola elementare del paese e ha chiesto di parlare con il sindaco e il prefetto, minacciando di gettarsi giù. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco.
Proprio questa mattina Parente aveva comunicato di aver inviato una lettera al Comune di Arpaise, al responsabile della Protezione Civile, al responsabile del Turismo, alla Prefettura, ai carabinieri di Ceppaloni e alla Procura della Repubblica di Benevento. Di seguito il testo integrale della sua nota:
“Egregi signori, in uno stato di diritto qual è il nostro e dopo sei mesi di stenti, patimenti, disagi, spostamenti tra parenti, danni psicologici, ricerca della propria quotidianità, diritto alla vita ed alla dignità, inutili appelli di aiuto a tutte le istituzioni, al sottoscritto Leopoldo Parente, nato ad Arpaise e ivi residente alla Via Provinciale 37, e alla sua famiglia ancora non è stato riconosciuto nulla, pur conoscendo lo stato di bisogno per aver perso nel tragico evento della frana, la casa con tutto ciò che conteneva, il lavoro e il reddito. Si cerca di farmi perdere anche la dignità e il diritto alla vita. Comunico pertanto che ho occupato, per andarci a vivere, la ex Scuola Elementare del Comune di Arpaise essendo la stessa abbandonata già da tempo.
Comunico inoltre che avendo esigenze di vivere oltre che di abitazione, eserciterò nella suddetta ex Scuola, anche l’attività di B & B che ho avuta interrotta per causa della frana. Chiedo inoltre l’autorizzazione ad esercitare anche l’attività di ristorazione.
Non avendo le S.V., approntato fino ad oggi, un qualunque progetto o altro per il reinsediamento della struttura turistica e delle abitazioni e non volendomi concedere nessun tipo di aiuto, ed essendo oramai le mie risorse economiche finite da tempo e non ritenendomi capace di imparare a rubare alla mia età per aver sempre lavorato dignitosamente e onestamente, chiedo di essere messo in condizioni di poter continuare a lavorare e a vivere insieme alla mia famiglia onorevolmente fino a quando non saranno ripristinate le condizioni di vita precedente alla disgrazia.
Vorrete pertanto, nel frattempo, preventivare e darmi un sussidio, così come già tante volte richiesto, che ci permetta di poter vivere. Rammento ancora che il sottoscritto è titolare delle licenze di attività di affittacamere e di ristorazione, per le quali pago ancora le tasse e tali licenze non mi sono mai state sospese per inadempienze o altro ma perchè l’edificio ove era inserita l’attività extralberghiera ‘La Bella Dormiente’, da me gestita, è stato interessato dal movimento franoso di cui all’oggetto.
Distinti saluti”.
Leopoldo Parente