Il Natale si avvicina e come ogni anno i “cinepanettoni” imperversano sul grande schermo e innegabilmente hanno un certo appeal sul grosso pubblico (e non solo) per un bisogno di evasione, il desiderio di una risata liberatoria che possa offrire qualche ora di serenità.
Il film “Natale all’improvviso” (titolo originale “Love the Cooper) senz’altro offre tutto ciò con gli inevitabili cliché del consueto buonismo natalizio, ma li condisce con ironia e un pizzico di sarcasmo “alla Woody Allen” descrivendo le feste natalizie di un’ eccentrica famiglia, piena di problemi e nevrosi.
La voce narrante (quella di Rags, il divertente cane dei Cooper) ci presenta i vari personaggi della storia e il loro piccolo mondo di segreti e bugie: la signora Charlotte Cooper (Diane Keaton) sebbene in procinto di separarsi dal marito, Sam (John Goodman), decide di non parlarne con nessuno per non turbar la pace della famiglia che si riunirà per Natale, come tutti gli anni; la figlia Eleanor (Olivia Wilde)costringe un soldato (Jake Lacy) incontrato per caso a fingere di essere il suo ragazzo solo per rendere felici i genitori almeno per un giorno; Emma, sorella di Charlotte (Marisa Tomei) e sua rivale fin da bambina, psicologa single, nonché cleptomane, finisce ammanettata da William, giovane agente gay (Anthony MacKie) mentre cerca il regalo perfetto; il loro fratello Hank(Ed Helms), divorziato con 3 figli problematici, nasconde a tutti di essere disoccupato; l’anziano padre Bucky (Alan Arkin), innamorato di una graziosa cameriera in crisi (Amanda Seyfried), finisce all’ospedale per attacco cardiaco; e infine la vecchia e strampalata zia Fishy (June Squibb), golosa e sempre affamata, come il cane Raggs, completa il variegato quadro familiare.
In un’intervista la regista, Jessie Nelson, ha affermato parlando di Rags: “Io amo i cani. La particolarità dei cani è che accettano la nostra umanità. Ogni personaggio sta nascondendo qualcosa agli altri, ma Rags riesce a vedere i loro difetti e le loro fragilità e non li giudica”.
A quanto pare, durante le scene con i cori natalizi il cane ha divorato un piatto intero di cibo in un sol boccone. Rags nella realtà si chiama Bolt, poiché è nato durante le Olimpiadi del 2008 e così gli è stato dato il nome del campione olimpico Usain Bolt.
Jessie Nelson, dopo i successi ottenuti con “Una moglie per papà” e “Mi chiamo Sam”, ritorna sugli schermi con questa commedia corale, avvalendosi della buona sceneggiatura di Steven Rogers e di un ottimo cast di attori.
Pur non trascurando i problemi che affliggono oggi tutte le generazioni in una società in cui è più facile mentire che comunicare, ella sembra suggerire nel film che infondo sia possibile recuperare sincerità e sentimenti familiari in modo durevole nella vita quotidiana, non solo a Natale in modo fuggevole, tanto per salvare la tradizionale atmosfera del momento, purché si accettino con rispetto esigenze e diversità reciproche.
E in effetti che senso ha rivedersi solo per il pranzo di Natale, se poi ci si vede poco per tutto l’anno e si è costretti a raccontare bugie per non essere rifiutati?
Così pur criticando aspetti della società attuale e utilizzando certi cliché all’americana con ironia e divertito sarcasmo, J. Nelson non riesce a rinunciare al suggestivo spirito natalizio.
Insomma un po’ come salvare “capra e cavoli” e creare un cinepanettone più appetibile, ma il messaggio che lancia ci attira e, malgrado tutto, vogliamo crederci.